00 26/01/2010 14:22
Piove sul centro di Prato.Ma non è la pioggia fredda che ti entra nelle ossa nè la pioggia della burrasca che ti investe come una secchiata in estate.E' una pioggia calda,triste,lenta che colpisce solo chi qui ci è nato e cresciuto.Sono gli angeli della città,le anime di chi a Prato è nato,è cresciuto,l'ha amata,per lei ha combattuto ed adesso comenei film,sta lassù,a controllare che i suoi sogni ed i suoi sforzi non siano stati vani.
E piangono.E il primo tra loro,il più appassionato,
l'angelo Curzio,piange ancor di più rendendosi conto che dalla sua
posizione privilegiata,voluta proprio per poter meglio controllare,ha
guardato molto,troppo attentamente all'orizzonte senza accorgersi
di cosa succedeva già in casa.Non è colpa di gialli neri o rossi,nè
importerebbe se lo fosse,ma il pratese,un tempo pieno di iniziativa e
determinazione fino ad arrivare all'arroganza,guardandosi attorno
scuote la testa e pensa solo che sarebbe meglio andar via.E così,in
mezzo a tante piccole persone che pur di salvare la faccia raccontano a tutti come le cose vadano bene,non ci resta che chinare il capo quando diciamo qual'è la nostra "patria" parlando con abitanti
di città vicine,anch'esse con problemi ma che almeno hanno mantenuto la loro dignità.
Noi abbassiamo il capo,pensando alla nostra città consegnata nelle mani di chi non la vuole non la ama non le interessa.Ad una città che in un epoca difficile è riuscita ad avere il peggio da ogni situazione,ad ingigantire ogni problema che poteva avere,a farci perdere quel senso di appartenenza che ognuno dovrebbe avere.E mentre lo sguardo resta fisso sulle scarpe,mentre negli orecchi rimbombano le risatine di scherno di chi ci dileggia,senti scendere le lacrime dell'angelo Curzio,che ti avvolgono e ti segnano.
Ed è pensando a lui,ad altri come lui,che pensi
che bisogna credere che non sia troppo tardi.Che dobbiamo far diventare la speranza una certezza.Ed allora ci crediamo.Crediamo di essere ancora in tempo,crediamo di poter riprendere la nostra fierezza di essere pratesi.
Perche mio figlio,al quale oltre l'italiano cercherò di insegnare anche il bistrattato pratese,non debba mai abbassare lo sguardo di fronte a nessuno dicendo di essere pratese,ma anzi possa lui
ridere ironicamente e presuntuosamente davanti al forestiero di turno.
Perche sappia che,a dispetto della globalizzazzione,sempre e comunque
chi è di Prao vorrà esse rispettao.Perche possa dire che Prato,con i
suoi pregi e difetti,sarà sempre la miglior città dove nascere,vivere e purtroppo morire.
Ed allora il difetto principale degli italiani e dei toscani tornerà ad essere di non essere pratesi,in centro smetterà di piovere e l'angelo Curzio tornerà a sorridere ed a scrutare
l'orizzonte...fiero di essere pratese!