Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
 
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giustizia

Ultimo Aggiornamento: 02/05/2009 13:29
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Post: 731
Città: PRATO
Età: 53
Sesso: Maschile
01/05/2009 15:41



Quando è troppo è troppo. Questa volta non posso assistere inerme,questa volta devo fare qualcosa. La mia natura non è certo quella dell’eroe,il mio carattere mi porta più in disparte che al centro dell’azione. Ma quando quello che si vede va oltre il limite,è dovere di ognuno intervenire,per non diventare complice. Se poi c’è di mezzo lei…… Sono qui tranquillamente seduto su una panchina di questi giardini che ormai frequento spesso,ufficialmente perchè mi piacciono,ma in verità solo perché c’è lei,Marina. A occhio e croce diciotto anni,alta,capelli lunghi,aspetto acqua e sapone,non la più bella del mondo,ma un certo qualcosa che mi fa sentire scombussolato solo a guardarla. E’ sempre insieme alle sue amiche,seduta sui motorini,a ridere e scherzare come è giusto che sia per una ragazza della sua età. La prima volta la guardai distrattamente,quasi senza notarla ma poi mi accorsi che era diversa dalle altre,non per quello che era,ma per quello che mi suscitava. Non era la voglia pazza di andare lì e baciarla,ma solo di amarla alla follia,dalla mia panchina,da subito,magari senza mai parlarle o conoscerla ma semplicemente amarla,nella maniera più pura possibile,adorandola così per tutta la vita. E così,mentre la fissavo attonito,perso nei miei pensieri,lei mi vide,si accorse che la guardavo e mi sorrise. Lei,l’essere perfetto,la ragazza dei miei sogni,la donna più tutto del mondo,fece un bel sorriso tutto per me,solo per me. La giornata cambiò colore,il sole iniziò a splendere,i fiori sbocciarono. Rimasi inebetito per tutta la sera ed il giorno dopo,impegni o no, feci l’impossibile per essere lì,su quella panchina ad aspettarla. Mi avrebbe sorriso anche quella sera,così come avrebbe fatto spesso nei giorni seguenti tra una chiacchiera ed un’altra con le amiche senza mai avvicinarsi,senza interrompere mai quello che stava facendo,quasi non volesse che le altre se ne accorgessero,quasi fosse un segreto tra noi. Ed io le ero grato per questo,visto che la mia timidezza mi avrebbe impedito di andare da lei o di essere chiamato nel suo gruppo. Mi sembrava che tra noi ci fosse qualcosa di speciale,di nostro. Mi sentivo vicino a lei più di qualunque fidanzato ed era tutto perfetto. Almeno fino a Ricki. Ricki era un ragazzo biondo,alto,robusto,ma terribilmente brutto. Aveva un tatuaggio sul braccio e portava un orecchino imbarazzante. Arrivava con la sua Opel Corsa con i finestrini abbassati,la radio a tutto volume e la sigaretta in bocca. Aveva tutto per essere disprezzato. Ma non da Marina. I primi giorni di frequentazione ai giardini lui arrivava e tutte ridevano. Lui scendeva,faceva il fenomeno,raccontava storie incredibili,tutte lo prendevano in giro ed io ero contento. Poi,cominciò a fare il filo a Marina,corteggiandola in maniera grossolana,facendole complimenti esagerati e passando da imbecille con tutti. Io ero contento. Quando andava via,Marina lo derideva,parlando con le amiche,senza poi mancare di sorridermi. Io ero contento. Ma all’improvviso,senza che fosse successo niente che potesse far cambiare le cose,Marina iniziò a dargli spago. Lui se ne gloriava,ne era tutto soddisfatto,poi se ne andava e lei ne rideva con le amiche. Io ero contento. Poi,un giorno che mai scorderò,li vidi baciarsi,l’ accanto alla sua auto. Io non ero più contento. Non capivo cosa poteva essere successo,cosa poteva piacere di Ricki ad un angelo come Marina. Ebbi qualche giorno di disperazione,ma poi mi feci forza e tornai al mio posto,sulla mia panchina. Ero rassegnato,dispiaciuto ma in fondo,con fare protettivo,contento per lei,visto che sembrava così felice. Tanto felice da continuare a dedicarmi il suo sorriso. Senza la complicità di prima,magari mentre abbracciava lui,però mi dedicava sempre il suo sorriso. Ed io ero tutto sommato contento. Dopo qualche giorno tuttavia litigarono. Lei era gelosa sicuro di sé,la trattò male. Io non ero contento. Decisi di intervenire. Aspettai che si allontanassero dall’auto,raccolsi un sassolino appuntito e distrattamente mi avvicinai. Feci finta di cercare qualcuno e intanto senza farmi vedere,gli graffiai tutta la fiancata della macchina. Poi con calma tornai alla panchina e mi sedetti per godermi lo spettacolo. Che puntualmente andò in scena quando Ricki tornò alla sua auto. Aprì lo sportello,entrò,si fermò a salutare e poi quando ormai era in partenza fu richiamato dall’amico che aveva appena salutato e che gli chiedeva cosa avesse fatto alla macchina. Ricki riscese,osservò sbalordito,urlò,imprecò come un pazzo gesticolò come a far capire cosa avrebbe fatto al colpevole. Tutte le ragazze erano zitte,in piedi guardavano sbalordite un po’ lui un po’ l’auto. Io mi sentivo molto tranquillo,ero sicuro che nessuno mi avesse notato. Ed infatti così andò. Io ero contento. Avevo punto Ricki per la sua presunzione ed infatti le cose tra lui e Marina sembravano tornare normali. Così come tra me e Marina. Almeno fino a ieri. Ieri lui è arrivato rombando e sgommando come sempre. Ma questa volta non era solo. Era con Samantha. E la esibiva con orgoglio. Marina era basita,senza parole. Poteva solo piangere. Era rimasta sola e singhiozzante,seduta in disparte con le lacrime che le colavano giù copiose. Io ero tristissimo,stavo male. Poi lei ,senza smettere di piangere,alzò gli occhi e mi fissò,senza dire nulla. Questa volta niente sorrisi,ma uno sguardo implorante che interpretai come una richiesta di aiuto. La sua disperazione e la mia rabbia si assommarono,spingendomi all’azione. Questa volta non l’avrebbe passata liscia,non se la sarebbe cavata con un graffio alla macchina. Certo non potevo affrontarlo faccia a faccia visto che era il doppio di me. Ma non sarei rimasto mano in mano a vederlo trattare così Marina. Un cacciavite infilato nella gomma gliela avrebbe bucata. Lo avevo visto in un film…lo sapevo. Ma volevo fare di più…….. Il giorno dopo arrivai con un cacciavite in tasca ed aspettai,seduto al mio posto. Arrivarono le prime ragazze,arrivò Marina. Arrivarono le altre. Poi arrivò lui,con Samantha. Parcheggiò inchiodando e scese platealmente abbracciato a lei. Ebbi una esitazione,ero combattuto Poi vidi Marina,in un angolo,triste e sola,cercai di incrociare il suo sguardo e quando ci riuscii vidi quegli occhi tristi e vuoti come non lo erano mai stati. Fu un attimo. Mi alzai,zigzagai fino alla Opel Corsa di quel maledetto,mi avvicinai alla ruota davanti e con tutta la forza che avevo infilai il cacciavite dentro la gomma fino in fondo ,quindi mi allontanai,lasciando lì l’arnese. Passò mezzora,poi Ricki si alzò,riabbracciò Samantha ed insieme montarono in auto. Chiusero gli sportelli,accese la radio a tutto volume e fece partire il motore con tanto di rombo e successiva sgommata. Dopo pochi metri il rumore come di uno scoppio mi fece capire che il cacciavite aveva fatto il suo lavoro. La velocità che l’auto aveva già raggiunto fece il resto. Sbandò,sembrò sul punto di ribaltarsi,poi si schiantò pesantemente su un muro di cinta lì vicino. I soccorsi non poterono che constatare che non c’era più niente da fare né per Ricki né per Samantha. Giustizia era fatta. Adesso i rilievi della polizia erano solo per poter capire cosa poteva essere successo. Mescolato alla folla cercai Marina e la trovai scossa come tutte le altre. Volevo urlare che lo avevo fatto per lei ma non ero certo che avrebbe capito. Esultai in silenzio. In quel momento si sparse la voce che la polizia si era accorta che probabilmente la gomma era stata bucata volontariamente,proprio lì davanti ai giardini,con un punteruolo o un cacciavite o un qualcosa di simile. Ci fu stupore e orrore negli occhi di molti. Non nei miei. Evidentemente che si stupiva non sapeva come si era comportato quella bestia con il mio “angelo”. Decisi che la mia coscienza era a posto. La polizia però decise di bloccare tutti i presenti per interrogarli,convinta che tra loro ci fosse il responsabile. Tuttavia riuscii ad andarmene senza problemi,tornando a casa proprio sotto gli occhi della polizia.d’altra parte,nessuno interrogherebbe un bambino di sei anni…………..
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Post: 1.140
Città: VENEZIA
Età: 59
Sesso: Maschile
01/05/2009 22:05

L'ho letto tutto d'un fiato.........bello!!!!!!
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Post: 1.074
Sesso: Femminile
02/05/2009 13:29

Molto carino. Incarna la vendetta che a volte, ognuno di noi vorrebbe mettere in atto. Il finale poi è spiazzante, t'aspetti il ragazzetto, un po' imbranato assetato di vendetta e ti ritrovi un ragazzino di 6 anni. Bravo, mi è piaciuto molto e anch'io l'ho letto tutto d'un fiato.
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