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I grandi giornalisti

Ultimo Aggiornamento: 28/05/2009 09:43
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25/03/2009 21:31

Comincio con un giornalista/corrispondente che ha visitato l'asia in lungo e in largo......."Tiziano Terzani"......scelgo uno dei suoi libri, forse quello che mi è più rimasto impresso, ma pure gli altri sono molto belli.

"Un indovino mi disse" il suo viaggio attraverso l'Asia senza mai prendere un aereo per rispettare la profezia di un indovino.
L'indovino gli aveva predetto che nel 1993 sarebbe morto se avesse viaggiato in aereo, il viaggiare in treno, automobile, a piedi lo porta a scoprire leggende e tradizioni dei paesi che visita (Laos, Birmania, Cina, Thailandia, Singapore).



[Modificato da dr.oste 25/03/2009 21:33]
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27/03/2009 16:49

Per me Vittorio Zucconi è uno dei giornalisti che più amo. Il suo stile ironico, il suo modo di raccontare le cose d'America, con una verve particolare, anche non leggendo la firma, i suoi pezzi si riconoscono sempre. Riesce a rendere interessante anche le storie dei suoi nipotini. Nei suoi riguardi nutro un pizzichino d'invidia, mi piacerebbe saper scrivere così.
Ha scritto molti libri: Il calcio in testa, Storie da non credere, Stranieri come noi, Storie dell'altro mondo, e l'ultimo, L'Aquila e il pollo fritto, perchè amiamo e odiamo l'America.
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15/04/2009 14:18

è stato pure giornalista..tra le mille cose che ha fatto.
Certo il suo operato è molto legato alla città di Prato,luogo che ha amato alla follia,tanto da farsi sotterrare sul colle che la sovrasta,per controllare eventuali pericoli.La pelle forse è il libro più famoso,ma da buon pratese non posso che segnalare maledetti toscani,dove il campanilismo tipico di ogn toscano viene esaltato...qualche esempio???

Io son di Prato,m'accontento d'esser di Prato,e se non fossi nato pratese vorrei non esser venuto al mondo...

penso che il solo difetto dei toscani sia quello di non esser tutti pratesi

Firenze ,per noi pratesi,non è altro che una Prato fuor di Porta Fiorentina,e Pistoia nemmeno esisterebbe se a Prato non ci fosse la Porta Pistoiese

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15/04/2009 14:22

e sempre rimanendo in toscana la tanto discussa Oriana Fallaci.
Io la adoro e soprattuto la rispetto per come sapeva argomentare ogni sua opinione,mai buttata a caso.Poi difficile esser sempre d'accordo con lei...ma per me un vero idolo(non si dice idola vero?)
Oltre al racconto insciallah,mi ha copito molto questo niente e così sia,uno spaccato dai toni giornalistici sulla sua esperenza diretta nel vietnam prima e una disgraziata avventure in messico poi.
E dire che c'è chi la definisce guerrafondaia....leggere prima di dare definizioni..please....
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15/04/2009 20:13

Re:
sancio panza, 15/04/2009 14.18:


Io son di Prato,m'accontento d'esser di Prato,e se non fossi nato pratese vorrei non esser venuto al mondo...

penso che il solo difetto dei toscani sia quello di non esser tutti pratesi

Firenze ,per noi pratesi,non è altro che una Prato fuor di Porta Fiorentina,e Pistoia nemmeno esisterebbe se a Prato non ci fosse la Porta Pistoiese




Su questa tua visione toscana, avrei un po' da ridire. Se senti i pisani la pensano uguale, senza Pisa la Toscana non esisterebbe. Lo stesso a Lucca e parlo per cognizione. Cognato lucchese e marito che lavora da anni con i pisani e fa su e giù da pendolare. [SM=g1807562]

[Modificato da kamo58 15/04/2009 20:13]
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16/04/2009 09:25

e invece corrisponde.....
qui in toscana è tutti contro tutti...
pisa e livorno non si sopportano?a lucca non sopportano pisa..ma neanche livorno.....rivalità?campanilismo.....
onestamente non ci vedo nulla di male...è così storicamente,guelfi e ghibellini,bianchi e neri
siamo fatti così....tutti crediamo di aver ragione...
la verità?....ovviamente siamo tutti toscani....ma i pratesi di più!!!

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16/04/2009 09:43

Sancio ho amato molto la Fallaci del primo periodo.......non mi è piaciuta quella della parte finale della sua vita.....però grande scrittrice e giornalista niente da dire.
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16/04/2009 17:08

Re:
sancio panza, 16/04/2009 9.25:

e invece corrisponde.....
qui in toscana è tutti contro tutti...
pisa e livorno non si sopportano?a lucca non sopportano pisa..ma neanche livorno.....rivalità?campanilismo.....
onestamente non ci vedo nulla di male...è così storicamente,guelfi e ghibellini,bianchi e neri
siamo fatti così....tutti crediamo di aver ragione...
la verità?....ovviamente siamo tutti toscani....ma i pratesi di più!!!




[SM=g1807565] Vero, in Toscana è così, tra città e città e paese e paese. Da quello che so io, i pisani sono un po' guardati male da tutta la regione. Sarà mica per colpa di quell'esser repubblica marinara e potenza militare della storia? [SM=g1807585] A Lucca li odiano, ci sono migliaia di detti e perfino la festa della liberazione dai pisani, si parla dell'occupazione militare dei secoli andati ovviamente.
A Pisa invece, dicono che i lucchesi hanno le braccia corte, nel senso che sono molto tirati. Non scuciono soldi neanche a minacciarli. Sarà l'influenza genovese non troppo lontana? Confermo comunque che è vero. Ora se ne passa qualcuno mi spara! [SM=g1807565]
Il campanilismo è cosa un po' italiana in generale. E' saputo e risaputo che i romani non hanno grande simpatia dei milanesi e viceversa. [SM=g1807565]
Potrei continuare per ore a citarvi casi, storie e aneddoti.



[Modificato da kamo58 16/04/2009 17:10]
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16/04/2009 17:37

meglio un morto in casa che un pisano all'uscio
(detto popolare)
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01/05/2009 15:00

Fabrizio Gatti, giornalista e autore di libri denuncia.
Lo considero un giornalista della vecchia scuola, quello che s'infiltra, scava e tira fuori il marcio, non quello seduto davanti ad un pc.
I suoi articoli sull'Espresso sono un pugno nello stomaco, perchè ci fanno vedere realtà nude e crude, come lo sfruttamento dei clandestini, i campi d'accoglienza e tante altre cose di cui sentiamo parlare ma non conosciamo i meccanismi.
Il suo articolo, sui campi d'accoglienza, dove lui si è finto immigrato clandestino, mi hanno fatto vergognare di appartenere a questa società occidentale ricca e ipocrita.
Da quell'esperienza ha scritto un libro: Bilal, il suo nome da clandestino.



Tre schede telefoniche.
Un nome falso. Gli euro avanzati e la capsula con i dollari. Il tubetto di colla per nascondere le impronte digitali. Il borsone nero. Il giubbotto salvagente. La camicia. Il pile. Le vecchie ciabatte.
La bottiglia d’acqua da un litro e mezzo. Sei panini. Tre scatolette di sardine. È tutto quanto servirà a Fabrizio Gatti per trasformarsi in Bilal e raccontare il dramma sconvolgente di chi si mette in marcia dal Sud del mondo per conquistare una vita migliore al di là del Mediterraneo.
Fabrizio Gatti ha attraversato il Sahara sugli stessi camion che trasportano clandestini. Ha incontrato affiliati di Al Qaeda e scafisti senza scrupoli. Ha superato indenne le frontiere. Si è infiltrato nelle organizzazioni criminali africane e nelle aziende europee che sfruttano la nuova tratta degli schiavi. Si è fatto arrestare come immigrato clandestino vivendo sulla propria pelle l’osceno trattamento riservato agli immigrati nei centri di permanenza temporanea. Ha scoperto i nomi, le alleanze e le complicità di alcuni governi che non fanno nulla contro il traffico di schiavi, anzi, ci guadagnano.
Bilal è la cronaca della più grande avventura del Terzo Millennio vissuta in prima persona dall’autore. Un viaggio nell’impero di chi si arricchisce commerciando carne umana, raccontato con un linguaggio teso che avvince il lettore come in un thriller. Un resoconto lucido e spietato – perché “approdare vivi a Lampedusa è come sopravvivere a un incidente aereo” – che segna la scoperta di un nuovo talento letterario che sa parlare della realtà. Perché Bilal è una storia vera.
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02/05/2009 12:12

Re:
sancio panza, 16/04/2009 17.37:

meglio un morto in casa che un pisano all'uscio
(detto popolare)




questa la conosco, ma la trovo molto pericolosa come battuta un pisano (mi è stato raccontato) dopo una battuta come quella ebbe a dire all'interlocutore
"spero che Iddio t'accontenti"


e giù tutti a fare scongiuri

[SM=g1807565]
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28/05/2009 09:43

Altro grande giornalista "Eugenio Scalfari".....anche questo molto discusso per le sue prese di posizione......a me è piaciuto molto questo libro...."L'uomo che non credeva in Dio"


Con questo libro Eugenio Scalfari abbraccia l'avventura della sua esistenza: a partire dalla stagione magica dell'infanzia, passando per gli anni di formazione (la scoperta della filosofia al liceo di Sanremo, compagno di banco l'amico Italo Calvino), fino all'impegno giornalistico, che dura da oltre sessantacinque anni, per arrivare al tempo lungo della vecchiaia.



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