In occasione della festa patronale della capitale, che festeggia S. Pietro e Paolo, lunedì si svolgerà lo spettacolo pirotecnico, ispirato all'antica tradizione che era ormai stata dimenticata nei secoli.
Immortalata nelle stampe del Piranesi e dai grandi pittori del passato, “LA GIRANDOLA DI CASTEL SANT’ANGELO” si ritrova già nei Racconti dei Maestri delle Celebrazioni Liturgiche dei Papi di un tempo, come ad esempio Paride De Grassis, il Servanzio, ed il Mucanzio vissuti tra il 1500 e il 1600.
Oggi, grazie ad un apparato tecnologico sofisticatissimo che si avvale di centraline radio per l’accensione dei fuochi, 18 tecnici ed un progettista sono in grado di far fronte - in assoluta sicurezza per loro e per l’ambiente circostante - ad un lavoro che in passato vedeva il coinvolgimento di oltre 100 uomini.
Nell’annus domini 590 la peste ha martoriato gli abitanti di Roma. Una luce abbagliante illumina l’allora Mole Adriana (Castel Sant’Angelo). E’ l’Arcangelo Gabriele che rinfodera la spada. Dal giorno successivo l’epidemia sparisce.
Per ricordare questa leggenda nacque nel 1481, in occasione delle celebrazioni per il pontificato di Papa Sisto IV, la “Girandola" di Castel Sant’Angelo.
Un vero e proprio fuoco d’artificio studiato nei disegni da Michelangelo Buonarroti e poi perfezionato dal Cavalier Bernini, che si ispirò per il suo lavoro alle eruzioni del vulcano Stromboli. Successivamente questo evento straordinario fu utilizzato ogni anno a Pasqua, per l’incoronazione dei papi, per i loro compleanni, per l’arrivo dei principi e in occasione della festa dei Santi Patroni Pietro e Paolo. “Pare che tutte le stelle del cielo caschino in terra” così si diceva nel 1579 parlando della “Girandola” di Castel Sant’Angelo.
E la sera del 28 giugno 2009 lo spettacolo fu rappresentato di nuovo per la prima volta, perché grazie ad un minuzioso lavoro di ricerca oggi si è in grado di far conoscere agli appassionati quella che fu “la Maraviglia” del tempo: “la Girandola di Castel San’Angelo”, dando vita, in maniera filologicamente corretta, ad un fantasmagorico spettacolo di fuochi.
La Girandola ha richiamato spettatori da tutta Europa rimanendo un punto d’attrazione per i visitatori in Italia fino al 1861, quando misteriosamente non fu più proposta, in quanto colui al quale veniva affidato il compito di continuare la tradizione sparì senza lasciare traccia.
La cerimonia legata alla girandola poteva durare circa un’ora e mezza: verso l’una di notte si accendevano piccoli fuochi e varie luci, e per mezz’ora si susseguivano esplosioni di mortaretti. Poi l’artiglieria procedeva con una serie di colpi. Infine, si assisteva alla Girandola vera e propria.
Dagli archivi dell’epoca e dagli appunti dei “mastri del fuoco” di allora, si è riusciti ad arrivare a conclusioni attendibili sulla complessa struttura pirotecnica allora allestita. Molti scienziati e chimici si sfidarono in quest’arte che non era affidata a semplici artigiani né a personaggi occasionali, ma presupponeva uno studio accurato delle miscele, un’alchimia di materiali in perfetto equilibrio, dove ad ogni piccola variazione corrispondeva un diverso effetto.
Ne scaturisce che definire la Girandola semplice fuoco d’artificio sarebbe riduttivo. Questo grandioso spettacolo pirotecnico era ottenuto grazie a enormi macchinari sistemati sulla sommità del Castello: attraverso l’accensione di razzi, bengala ed altri fuochi artificiali con i quali si generavano disegni fantastici, che avvolgevano il castello.
Lunedì 28 giugno 2009 ore 21.30
Roma, Ponte Sant’Angelo