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buono come il pane
Si dice buono come il pane, per definire una persona dal carattere mite. Il pane è stato per secoli, l’alimento base dell’alimentazione umana, ha tantissimi anni, si può dire che è nato con la civiltà.
In Italia l'arte del pane iniziò tardi, anche se i nostri panettieri erano i più raffinati. Nacque a Roma nel 168 A. C. quando sconfiggemmo Perseo, re macedone, e i suoi schiavi greci ne importarono la lavorazione. Si narra che nelle case nobili il pane era diverso per ogni occasione a seconda del pranzo e degli invitati; venivano fatte forme ogni volta diverse, mentre i poveri mangiavano soltanto pane scuro.
Chi inventò il pane fatto con il lievito di birra fu Maria de' Medici. Sposò nel 1600 Enrico IV re di Francia ed esportò in Francia il lievito di birra dando il via al raffinato pane francese.
Ogni mattina in Italia escono dai forni dei panettieri 10.000 tonnellate di pane. Siamo i maggiori consumatori d’Europa. Ogni regione ha le sue forme e i suoi tipi di pane: ne sono stati censiti almeno 250, alcuni dei quali in via di estinzione.
Eccone alcuni: il Bauernpaarl di segale dell’Alto Adige, i cucciddatu di carrozza, con grano duro di Trapani, i cicoli con grasso di maiale di Sorrento, la ciriola romana, il gramolato lavorato a mano del Trentino. Proprio per evitare la sparizione,di pani artigianali dalla lunga tradizione, sono stati istituiti i pani D.o.p.: Altamura (BA), Altopascio (LU), Bondeno (FE), Busca (CN), Cantiano (PE), Castelvetrano (TP), Ferrara, Genzano (Roma) e tanti altri.
La protezione di pani storici, è molto importante,specialmente dopo l’approvazione della legge del 16 febbraio 1999, in tale data infatti, è entrato in vigore un nuovo regolamento che adegua le norme di panificazione italiane a quelle europee, il pane potrà essere fatto con l’aggiunta di qualsiasi alimento.

In passato il pane è stato l’alimento base per generazioni, e alla sua preparazione sono legati riti, che purtroppo con l’industrializzazione si sono persi.
Un tempo, nel periodo di novembre-dicembre, tutti i valdostani si recavano al forno del villaggio per produrre lo pan ner, ovvero il pane nero, che sarebbe servito per tutto l'inverno. La panificazione durava intere settimane senza interruzioni, per evitare che il forno si raffreddasse e risparmiare così un po' di legna. Quando una famiglia terminava il lavoro, subito un'altra le succedeva, continuando il lavoro anche di notte. Tra gli abitanti del villaggio c'era un rapporto di mutua collaborazione: ogni famiglia faceva trovare a quella successiva l'acqua calda ed il lievito madre per l'impasto, si socializzava, ci si aiutava e il tutto veniva fatto in allegria.
In tutto il mondo il pane è sinonimo di tradizione: i canadesi benedicono sempre il pane prima di infornarlo; mentre gli ebrei gettano una pallina di pasta di pane nel forno, prima di cuocerlo, per offrire il primo pezzo a Dio. In Russia si fanno gli auguri con il pane perché chi mangia pane da qualcuno è in debito con lui e non lo deve tradire mai; mentre in Polonia , la sposa, finita la messa, dà agli invitati delle bambole fatte di pane con all'interno una moneta come augurio. In Calabria c' è una tradizione chiamata dei "panpepati" che sono pani modellati a mano con cui si fanno oggettini per pellegrinaggi o ex voto, oppure si fanno figure per il presepe fatte di mollica colorata. Esistono poi anche aneddoti e leggende intorno al pane.
Lo sapevate perché mettere il pane capovolto a tavola è oggi considerato, soprattutto dai più anziani, un atto di maleducazione, quasi un gesto che può "portare male"? Per capirne il significato dobbiamo risalire all'inizio del XV secolo. In quel tempo il re di Francia, Carlo VII, aveva sancito una tassa in natura a favore del boia. Il pane destinato dai panettieri a questo non simpatico personaggio veniva posto sul bancone rovesciato, in modo che fosse ben evidente la destinazione.
Vi sono anche feste locali legate al pane: Il 28-29 aprile a Castelvetere Sul Calore, vi è la "festa del pane miracoloso" dedicata a Maria Santissima Delle Grazie. Le ragazze del paese sfilano in processione indossando numerosissime collane e monili. Portano il pane in chiesa, che dopo la benedizione, viene distribuito di casa in casa.