Apro questo topic, qui potremo mettere tutto quello che abbiamo letto o tentato di leggere ma che proprio non è entrato nelle nostre corde.
Inizio con
E' la biografia di Rossana Rossanda, fin qui è chiaro.
Lei scrive: ""Questo non è un libro di storia. È quel che mi rimanda la memoria quando colgo lo sguardo dubbioso di chi mi è attorno: perché sei stata comunista? perché dici di esserlo? che intendi? senza un partito, senza cariche, accanto a un giornale che non è più tuo? è una illusione cui ti aggrappi, per ostinazione, per ossificazione? La vicenda del comunismo e dei comunisti del Novecento è finita così malamente che è impossibile non porsela. Che è stato essere un comunista in Italia dal 1943? Comunista come membro di un partito, non solo come un momento di coscienza interiore con il quale si può sempre cavarsela: "In questo o in quello non c'entro". Comincio dall'interrogare me. Senza consultare né libri né documenti ma non senza dubbi."
Il tema m'intrigava così ho iniziato a leggerlo. La prima parte, quella relativa all'infanzia nel periodo del regime e dopo della sua giovinezza, quando, attraverso lo studio di alcuni testi "eversivi" per l'epoca, prese coscienza dello stato politico del nostro paese, l'ho trovata più accattivante, dove c'era più vissuto e vicende private, intrecciate alla storia, fino alla sua partecipazione alla resistenza.
Dal dopoguerra in poi, è un susseguirsi di comizi, interventi pubblici, liti interne al partito (storia vecchia e nuova pare), fino alla sua uscita definitiva dal Pci. La Rossanda è stata giornalista, da lei mi sarei aspettata uno stile più leggibile e più accattivante. Una noia mortale. Più una relazione scritta, da consegnare ai superiori di partito, che una vera biografia. Un lungo monologo nostalgico. Una delusione, almeno per come l'ho percepita io.
[Modificato da kamo58 15/05/2009 16:29]