Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
 
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punti di svolta

Ultimo Aggiornamento: 18/03/2009 16:47
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17/03/2009 22:04



Calda fumante e soda. Così gli piaceva la cioccolata. E ora che la aveva davanti a sé la guardava con ammirazione con lo stesso sguardo assente che ha l’ipnotizzato che guarda incantato il pendolino. Questo era uno di quei momenti per cui valeva la pena di andare avanti,di sopportare i momenti no,i compiti le figuracce i rimbalzi con le ragazze. Non che fosse niente di particolare ma gli piaceva la calma,la tranquillità ed il potersi permettere di stare lì,completamente rincoglionito a guardare il fumo salire dalla tazza senza fretta e senza nessuno che gli riempia la testa di storie riguardo argomenti che non interessano per niente. Quello era il bar dove andava più spesso,non tanto da poterlo chiamare il suo bar,ma comunque abbastanza spesso da poter avere buone possibilità di trovare qualche amico anche senza aver fissato. A volte avrebbe voluto essere un cliente fisso,di quelli che quando entrano tutti salutano e che chiedono il “solito”. Ma in fin dei conti lui si limitava ad andare ogni tanto,i fine settimana o dopo aver finito di studiare. Di lì partiva poi a fare qualche vasca in centro o semplicemente usciva fuori a fare un po’ di casino con gli altri. Ma questo accadeva più tardi,dopo le sei,quando arrivavano gli altri amici. Oggi però questo non sarebbe potuto succedere perché ormai da una settimana sapeva che quella sera li sarebbero arrivati amici di famiglia in visita a casa e quindi non avrebbe potuto “pascolare” fino a tardi come suo solito e sarebbe dovuto tornare presto. In più il motorino lo aveva lasciato a piedi e così dopo aver scroccato un passaggio dalla vicina di casa all’andata, sarebbe dovuto tornare al più tardi con l’autobus delle cinque e mezza. Ma la cosa non lo disturbava più di tanto visto che gli piaceva anche così, andare presto quando ancora non c’è nessuno e vagabondare da solo in giro. E ora era li, con una tazza di cioccolata fumante e soda tutta per lui. Il bar infatti era praticamente vuoto e così Tommy non aveva avuto difficoltà a trovare un tavolino libero e sedersi, con ancora il giaccone addosso, togliendosi i guanti senza staccare gli occhi da quella che di li a poco finirà nel suo stomaco. Non aveva occhi per il vecchio barista, ne per le due vecchiette che parlavano fitto fitto di chi sa quale strampalato argomento, ne per quella ragazza che ……….. che…….. che……………
Chi diavolo è quella ragazza?? Non l’ha mai vista e se l’avesse vista non se la sarebbe certo scordata. Niente di eccessivo ne nell’abbigliamento ne nel comportamento, ne fuori dalla norma la bellezza, pur notevole, ma qualcosa di magnetico che partiva direttamente da quel volto immerso nella lettura ed arrivava a lui, attraversando l’intero bar, senza che nessuno se ne accorga. I lineamenti era di ragazza di gran classe, come gli occhiali da intellettuale che la ragazza si sistemava ogni tanto con un signorile movimento dell’indice destro, con una noncuranza che lo allibiva. Tommy si accorse in quel momento tutto il bar era assolutamente sbiadito e sfuocato e che l’unica immagine perfettamente definita era lei, a gambe incrociate sotto il gonnellino lungo, con il gomito appoggiato al tavolino e nelle mani un libro che ne assorbiva completamente l’interesse.
Tommy si sentì qualcosa di strano addosso, come se stesse per diventare protagonista della storia più bella del mondo. Si accorse che si sentiva estraniato dalla realtà, dalla cioccolata, dal bar, e incredibilmente anche dalla ragazza stessa e che l’immaginazione stava ormai prendendo il sopravvento. Ma questa non era solo fantasia, bensì una proiezione di quello che stava succedendo e che, grazie a Dio, riusciva a vedere da lontano, con il giusto distacco. Era in alto. Si sentiva in vetta ad una collina che dominava il resto della sua vita e quello che gli sarebbe successo. La sensazione era chiarissima: il paragone era con una di quelle mappe delle tappe del giro d’Italia che si trovano nei giornali sportivi, fatte per vedere quante montagne ci sono. Beh, in questo caso vi era tutta pianura prima, tutta pianura poi e una sola, altissima, ripidissima montagna nel mezzo, dalla cui vetta si vedeva sia la pianura prima che quella dopo. E Tommy era esattamente in cima alla montagna e guardando giù, sia a destra che a sinistra, poteva vedere il suo futuro. Quello che sarebbe stato e quello che sarebbe potuto essere. Tommy capì che per qualche strano scherzo del destino, quello era un momento che avrebbe deciso quale dei due futuri sarebbe stato poi reale e quale solo alternativo. Certo non è piacevole sapere di vivere un momento così importante a venti anni, ma la sensazione era talmente chiara e definita da togliere ogni dubbio: era il momento della svolta, era il momento che si sarebbe ricordato per tutta la vita. Non rimaneva che scegliere, e per poterlo fare nel migliore dei modi non restava che guardare ai piedi della montagna. Tommy si girò quindi a destra e vide chiaramente il concatenarsi di diverse scene che si sarebbero svolte poi in quel futuro. In ognuno di esse, il protagonista era lui, Tommy, ma con almeno dieci anni in più rispetto ad adesso. Vede chiaramente se stesso trentenne, stravaccato sul divano a bere birra e a guardare programmi con ballerine scollacciate. Vede se stesso trentacinquenne rotolare nel fango in un improbabile campo da calcio, ridendo come un matto e urlando offese irripetibili ai compagni di gioco. Si vede ormai brizzolato a pogare al concerto dei BLINK 382, passando canne e urlando a squarcia gola. Si vede già quarantenne a cena con mamma e babbo, parlando di calcio con l’ormai del tutto imbiancato papà, bevendo il caffé fatto da una mamma che ha però negli occhi un velo di tristezza. Ed è a questo punto che Tommy decide che può bastare e che è il momento di guardare dall’altra parte. La sovrapposizione di scene è uguale a quella precedente, la presenza di Tommy cresciuto è sempre una costante. Vede se stesso trentenne a cena, presumibilmente con i suoceri, elogiare la moglie che ai fornelli sta preparando una pasta al forno che “neanche al ristorante”, mentre la luce tremolante di diverse candele messe sulla tavola evidenzia l’ambiente soft. Vede se stesso trentacinquenne mentre sdraiato nel letto si gira verso la porta e vede la moglie che, essendo illuminata da dietro mostra solo la conturbante sagoma di un bel corpo coperto da una fantastica cascata di riccioli. Vede se stesso quarantenne, placidamente al volante della sua monovolume, mentre canticchia estasiato le canzoni di Laura Pausetti. A quel punto Tommy capisce di dover fare il punto della situazione e, sia nella realtà che nel sogno, le mani vanno nei capelli gli occhi si socchiudono e le immagini rallentano. Calda e soda. Ormai aveva smesso di fumare, il bar iniziava a prendere forma, le voci iniziavano a farsi sentire, i colori a farsi vedere. Si accorse di essersi incantato e per un attimo pensò a quanto potesse essere sembrato imbecille agli occhi di chi lo avesse guardato. A quel punto lo sguardo si precipitò subito attraverso il bar verso quel tavolino, per controllare che non fosse successo il dramma: OK, tutto bene lei era sempre li e soprattutto lo sguardo era sempre sul libro(quindi non era passato da imbecille davanti ai suoi occhi). Inoltre un ulteriore buona notizia era che lei, la sua dama personale, stava lentamente e distrattamente inzuppando una bustina di te in una tazza, il che assicurava ancora la permanenza di qualche minuto dentro al bar. Aveva il tempo di capire quello che stava succedendo. A conti fatti, non era successo niente. Lei non lo aveva neanche guardato, lui non si era neanche mosso; Ma quel sogno, perché di sogno si trattava anche se a occhi aperti, gli aveva lasciato una sensazione addosso che non poteva essere ignorata. Sì, ne era sicuro, non poteva far finta di niente, anche perché non fare niente era comunque uno scegliere. La visione dei due futuri non lo aveva aiutato più di tanto dal momento che nessuno dei due gli era piaciuto più dell’altro. Alla fine gli erano piaciuti tutti e due. Certo adesso si sentiva più vicino al futuro da scapolo, ma anche l’immagine di se stesso brizzolato ma tranquillo uomo di famiglia, non gli dispiaceva. Oh cavolo che decisione! Ormai era deciso: conoscere quell’angelo seduto davanti a lui e magari riuscire ad uscirci insieme lo avrebbe condotto alla monovolume e alle candele, rimanere seduto come un fesso, lo avrebbe portato alla birra e al fango. Riuscire per una volta ad essere intraprendente equivaleva alla Pausetti, fare i conigli ai Blink 382. Il problema ora era scegliere: non importa se lei sarebbe stata disponibile oppure no, tutto quello che gli stava passando nel cervello era materia da far godere psicologi di tutto il mondo; l’unica cosa che ora contava era scegliere! Per la prima volta in vita sua prendere una decisione da “Grande”. Non importa se poi niente di questo si fosse avverato: lui la decisione l’avrebbe comunque presa e questo era segno di responsabilità in ogni caso. Era un impegno che si prese con se stesso se fosse stato a sedere non l’avrebbe fatto per timidezza ne per fatica, ma per la birra; se fosse andato a parlare con lei non lo avrebbe fatto per un normale broccolamento ma per le candele. Per quanto la determinazione avesse preso il sopravvento sull’indecisione, Tommy pensò comunque di riflettere bene su quanto stava per fare, visto che dalla vetta della montagna sembrava felice in entrambe le realtà alternative. Certo i Blink sono nettamente meglio della Pausetti ed il Tommy sul divano sembrava molto più comodo di quello a cena dai suoceri. Ma la monovolume sembrava molto più adatta ad un quarantenne di quanto non lo siano delle fottutissime canne! Confidare nella bustina di tè iniziava ad essere pericoloso. Per quanto a bollore fosse stato,il tè sarebbe comunque finito di lì a poco. Bisognava decidersi. Un esame più accurato dell’aspetto fisico dell’angelo che legge il libro non l’aiuta più di tanto:la ragazza è indubbiamente bella,ma per un passo così,bè,si è visto anche di meglio. Ed allora decide rapidamente di fare un altro salto in cima alla montagna.Solo uno sguardo in qua e in là,e poi la decisione verrà da sola,in base ai sentimenti ed alle emozioni.Tommy prova a chiudere gli occhi,ad uscire dal bar e salire salire salire per poi riaprire gli occhi e ritrovarsi in mezzo ai propri futuri.Ed eccolo lì,pasciuto quarantacinquenne,mano nella mano con una piccola bambina tutta riccioli mentre,in piedi davanti alla rete di recinzione,cerca di farle vedere il fratello che sta giocando a pallone nella squadra del quartiere. Dall’altra parte sempre una partita c’era,ma qui Tommy era in curva,ben insciarpato,mentre cantava intonando inni minacciosi. Questa immagine,per quanto amorale e incivile,gli fece molta più simpatia,forse proprio perché amorale e incivile. Era un immagine molto criticabile ma molto più viva del padre dietro alla rete,quasi fosse in prigione,con la mano banalmente nella piccola manina della bambina,magari piagnucolona e focosa,che se la fa addosso,che occupa tutto il tuo tempo,senza riguardo per le tue cose,guardandoti con quegli occhi… quegli occhi così…..così…. cosi…. Questo non ci voleva,perché Tommy è giovane ma quegli occhi proprio non ci volevano!! Vabbè la gioventù,la ribellione e tutto il resto,ma quegli occhi,questo lo capiva anche lui,erano qualcosa di irresistibile. La decisione era presa. Soda. Ormai era soda e niente più. Ma ormai non contava più. Tommy si fece violenza,si alzò e attraversò il bar con una sicurezza che,sperava,coprisse il nervosismo che ormai dilagava. Lei non spostò gli occhi dal libro fino a che,a non più di un passo da lei,disse un rimpastatissimo”ciao”. Fu un ciao brutto,scontato e tremante ma perlomeno riuscì a farle staccare gli occhi dal libro..
-Ciao posso?-
Lei lo guardò perplesso ma fece cenno di sì.
-Piacere,mi chiamo Tommaso-
-Cinzia,ciao siediti pure-
-No,è che ti vedevo tutta sola e ho pensato che magari potevo farti un po’ di compagnia-(che schifo che schifo che schifo,pensò)
Lei lo guardò con un sorrisetto accondiscendente
-Non ti ho mai vista qui prima d’ora(che schifo che schifo che schifo)-
-Sì,in effetti non vengo spesso da queste parti…..-(l’aria era sempre insofferente)
-Cosa stai leggendo di così avvincente?-
-I ponti di Madison County…conosci?-
-No però conosco il ponte sul fiume kway…è la stessa cosa?(che schifo che schifo che schifo)
Lei invece stavolta sorrise.
-Di solito questo genere di libri voi uomini non li leggete. E’ una storia d’amore dolcissima,ieri sera ho pianto per due ore dopo aver letto un po’-
-Ah capisco. A me fa lo stesso effetto vedere buona domenica-(questa è buona)
-E invece a me pare proprio un bel programma,che parla della gente alla gente,Costanzo è bravissimo e anche tutti gli altri sono davvero bravi!-
-Sì sì….-(che schifo che schifo che schifo)
-Bah…vabbè,adesso devo andare. Ho fissato col mio papy,mi viene a prendere-(il mio papy?che schifo che schifo che schifo)
-Okay,piacere di averti conosciuta. Magari ci rivediamo qui con qualche volta,se ti va!!!-
-Può darsi comunque ciao e…grazie della compagnia-
-Di niente-(merda merda merda)
Raccolse la borsa,ripose con cura il libro e quindi si alzò,abbozzando un sorriso estremamente falso. Indossò il cappotto di maglia che aveva appoggiato sulla sedia e rivolgendo un ulteriore sorriso s’incamminò verso l’uscita. Durante tutto questo Tommy non mosse un dito,rimase lì,con i gomiti appoggiati sulle gambe,un’espressione ebete che si trasformava in un sorrisetto compiacente ogni volta lo sguardo incrociava quello di lei. Ma ad ogni passo lei faceva allontanandosi da lui,il subbuglio aumentava. Un passo lo fece pensare alla birra. Un altro passo,il fango Terzo pass,le canne. Al quarto passo,forse on sapendo più a cosa associarlo,Tommy decise che non poteva finire così.
-Aspetta- urlò senza avere la minima idea di come proseguire la frase. Lei voltò il viso,senza girare il resto del corpo,tanto incuriosita quanto infastidita. Lui si alzò di scatto,rallentò poi l’andatura nell’avvicinarsi per guadagnare qualche secondo durante il quale sperava di avere l’illuminazione su cosa dire. Questa volta non avrebbe detto niente di banale,ma qualcosa di insolito,originale,che avrebbe infranto il muro di diffidenza di lei e ne avrebbe solleticato la curiosità. La raggiunse,si fermò accanto,la guardò con calma fissando il proprio sguardo negli occhi di lei e con voce solenne e perentoria disse….
-Ti accompagno-
Lei accennò un grazie di quelli solo iniziati con un movimento di labbra appena pronunciato e riprese il cammino verso l’uscita e verso papy. Lui era accanto,con il cervello che cercava disperatamente un jolly da poter giocare. Passando vide la tazza di cioccolata che lo guardava con il fare della moglie tradita,vide l’orologio sopra la porta ‘uscita che indicava le cinque e venti/e con questo ciao autobus)ma dentro di sé ebbe un solo pensiero fisso:non si può essere così imbranati,cavolo,caro Tommy adesso reagisci,la sorprendi, fai capire che sei un grande e la fai crollare miseramente ai tuoi piedi. Mentre usciva dal bar ed entrava nella piazza ormai buia ed illuminata solo da due lampioni,si era convinto che ce l’avrebbe fatta e che non avrebbe più rimandato Le si avvicinò e le disse….
-Freddo eh….-(sempre più schifo,sempre più schifo,sempre più schifo)
Anche stavolta lei lo guardò senza dire niente e Tommy capì che iniziava veramente a non poterne più di lui. Addio candele,addio Pausetti,addio monovolume. Il problema era che non aveva scelto la birra,il divano,le canne,ma che non era stato in grado di conquistare l’altra realtà. Magari era solo una idea,ma questo non contava. Lui non era riuscito……. Non era stato buono a nulla e l’aveva lasciata andare via. Si girò e la vide ancora accanto a sé. Non pensò,non riflettè,semplicemente la prese per un braccio e aprì la bocca.
-Senti Cinzia. Lo so che ci siamo appena visti per la prima volta,che ti sono sembrato stupido e rompiscatole e che non vedi l’ora di andare via. Ma io non ti posso spiegare perché,so che tu sarai importante per me e che oggi sarà un giorno che non mi scorderò più. Può sembrarti assurdo,impossibile,ma io so che è così. Quindi ti chiedo solo di conoscermi,di capire chi sono e dopo succederà qualcosa solo se tutti e due lo vogliamo. Dimenticati di stasera,fammi essere naturale e non ti chiederò altro. Aveva sparato tutto d’un fiato tutto quello che non avrebbe mai pensato di poter dire,che non sapeva nemmeno di pensare ma che,evidentemente,era da qualche parte dentro di lui. Vedeva lei finalmente sorpresa,con lo sguardo finalmente rapito e l’espressione del volto immutata per tutto quel lunghissimo elettrizzante meraviglioso momento. E Tommy,adesso che si era calmato,la guardava in attesa di una reazione e dentro di sé era finalmente felice. Sì,era felice perché per una volta era fiero di sé e perché,sbilanciamoci pure,lei non poteva rimanere insensibile di fronte a tanto entusiasmo.
-Tu sei completamente pazzo!!!-
Lui la guardò senza perdere nemmeno una briciola della sicurezza che ormai lo aveva conquistato..
-E’ un sì?-
Lo disse credendoci,pensando a quante volte la faccia tosta faccia breccia nella imperturbabilità delle donne. Lo disse guardandola con un sorrisetto malizioso. Lo disse pensando a quante volte si era chiesto cosa c’è nella testa delle ragazze quando ci stanno con quei ragazzi che fanno i grossi e meriterebbero delle gran partacce. Adesso toccava a lui,fossero gli altri a masticare amaro. Lo sguardo di lei attonito e sconcertato lo colpì con attenzione,lo scrutò con calma e precisione e continuò a fissarlo negli occhi anche mentre partì l’attesa risposta.
-Tu sei completamente fuori. Chi credi di essere!!Con chi credi di avere a che fare???Mi chiedi se è un sì?E’ un no!!!!E’ un no ora,dopo e sempre-
Il sorriso di Tommy si cementò sulla faccia. Non ebbe né la forza né il coraggio non solo di rispondere ma neanche di cambiare espressione. Né girò la testa quando lei se ne andò. Quando ormai si fu allontanata tirò un sospiro di sollievo,abbandonò il falso sorriso e si sentì completamente sfinito. La porta del bar che ora era davanti a lui quasi lo spinse a tornare indietro e ricercare la cioccolata tradita,ma poi le gambe si rivelarono agili come colonne di cemento e lui rimase fermo,stanco,deluso ma soprattutto scarico,troppe emozioni,toppe sensazioni,troppi pensieri tutti insieme. Guardò l’orologio e si accorse che forse correndo un po’ avrebbe potuto ancora fare in tempo ad arrivare alla fermata dell’autobus. Quindi basta essere scarico,basta colonne di cemento ma solo gambe in spalla. Bisognava correre,il più possibile,sperando che un po’ di stanchezza si portasse via anche la tristezza come spesso l’impegno fisico fa. Automaticamente partì,trovando d’improvviso insopportabile la visione del bar. Le gambe andavano,la testa anche. Mille pensieri gli riempivano il cervello. Si rendeva conto che anche stavolta ,stavolta che ci credeva,era andata ,male. Ci aveva sperato,se l’era giocata anche piuttosto bene ma non era servito a niente. Ed adesso non restavano che birre ,fango e canne. Sapeva che quello che pensava non aveva senso,che aveva vent’anni e avrebbe avuto un sacco di altre possibilità. Ma dentro di sé sentiva che quello era stato un momento importante e anche se si era comportato bene,si era probabilmente condannato alle canne. Ripensò alla montagna,ripensò alle due realtà future. Alla fine quella che gli era toccata non era niente male,anzi per un ragazzo della sua età era la possibilità migliore. Ma sì,che toccasse a qualcun altro quella realtà da mummia,aveva davanti a stanti anni di divertimenti,dopo tutto forse il destino lo aveva indirizzato verso la parte migliore. Che andasse a quel paese lei,i ponti di Madison county,buona domenica e Laura Pausetti. Sotto con lo stadio e i concerti da sballo. Tutto quello che voleva pochi secondi fa,ora non conta più,tutto ciò che conta adesso è riuscire a prendere l’autobus ed ormai girato l’angolo,la fermata era lì. Tommy non vedeva più niente e nessuno,voleva solo sedersi sull’autobus e farsi portare a casa,dove nessuno gli avrebbe chiesto nulla di cosa gli fosse successo e altri pensieri avrebbero preso il sopravvento. Ma,girato questo maledetto angolo, si presenta davanti a Tommy l’immagine che mai avrebbe voluto vedere:l’autobus ferma,con le portiere aperte e la gente che sale dall’entrata posteriore mentre dall’uscita al centro scende solo una ragazza che fatti due passi in avanti si ferma davanti all’entrata all’altezza dell’autista. Tommy vede le portiere che iniziano a richiudersi,accelera il passo ,ma si accorge che mai e poi mai sarebbe arrivato in tempo. Perdere l’autobus così,avendolo fermo lì davanti,era una beffa ed allora prima di arrendersi gli viene in mente di giocarsi l’ultima carta:far fermare l’autobus,visto che la ragazza sembra essere ferma proprio per fare quello.
-Ehi,digli di non partire!!!-
Lei non dette alcun cenno di aver capito,ma mormorò qualcosa che,vista la distanza,lui non avrebbe mai potuto capire.
-Digli di aspettare a partire-
Questa volta era sicuro di avere urlato talmente forte che la ragazza non poteva non aver sentito. Due donne,più lontane da lui della ragazza,si girarono verso di lui mostrando quindi di aver sentito. Ma lei. Immobile,adesso girata verso di lui,rimase ferma,poi lo guardò con aria assente,con occhi che lo guardano ma non lo vedono,con la testa incappucciata in un cappello di lana,con le labbra che si muovevano impercettibilmente a dire una specie di rosario incomprensibile. Le portiere si chiudono,Tommy finisce la sua corsa,l’autobus inizia la sua. Adesso erano rimasti solo loro due.Tommy piegato sulle ginocchia con il fiatone e tanta rabbia;lei ferma,sempre più distratta e impietrita. Una volta recuperato un po’ di fiato,Tommy non può fare a meno di cercare di capirci qualcosa.
-Perché non l’hai fermato?-
Lei lo guarda,smette di muovere le labbra e risponde con un disarmante ….
-Dici a me?-
Tommy la guarda come si guarda una completamente rincoglionita. Ma prima che possa aprire bocca vede la ragazza che gli si avvicina e gli sorride,togliendosi il berretto di lana e liberando una cascata di riccioli limitati solo dalle cuffiette di un walkman tenuto evidentemente troppo alto.
-Scusa,dici a me?-ripete lei con lampante innocenza. A quel punto lui la guardò meglio e vide qualcosa che gli sembrava familiare. Il volto era molto carino ma era sicuro di non averla mai vista. Niente di particolare né nell’abbigliamento,né nello zaino portato a spalla. Eppure…..
-Sì dicevo a te-disse lui senza pensarci
-Scusa ma ho le cuffie troppo alte,non sento molto,dimmi tutto-
Adesso aveva un sorriso molto bello. Lo stranito sguardo di Tommy finì in quel momento,quando capì cosa aveva riconosciuto in lei:i riccioli. Tommy riconobbe quei bellissimi,ingombranti,inconfondibili riccioli. Non ne aveva mai visto il colore,ma ne conosceva perfettamente forma e volume.
-Volevo sapere…se potevo aiutarti a portare lo zaino. Mi sembra molto pesante-(bene così)
-No non importa- sorrise lei – è pieno ma non è pesante. Sai ,dentro ci sono solo candele!!-
-Candele?-rispose impietrito Tommy -come mai candele?-
-Sai mi piacciono tanto e sto cercando di farne un lavoro. Hai presente quelle tutte colorate,intagliate,disegnate….beh…ci sto provando e…-
-Bellissimo,fantastico -la interruppe lui
-Perché piacciono anche a te?-
-Sì,presumo di sì. Insisto per aiutarti. Dove devi andare?-
-Tu da che parte vai? – disse lei sorridendo
-Dove vai tu – rispose Tommy mentre dentro di sé partivano fuochi d’artificio e tappi di champagne.
-Ah.a proposito…cosa stavi ascoltando?-
-Laura Pausetti,la mia preferita. Ti piace?-
Tommy la guardò,sorrise e fece cenno di sì con la testa. Prese lo zaino,lei iniziò a raccontargli chi era. Ma lui non ascoltava neanche,tanto sapeva già come sarebbe andata a finire.


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Post: 1.140
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Sesso: Maschile
18/03/2009 13:34

Sancio un racconto bellissimo con un finale assolutamente imprevedibile.......Grazie.....
OFFLINE
Post: 1.074
Sesso: Femminile
18/03/2009 14:37

Bel racconto, inizialmente triste, non immaginavo un finale a sorpresa che lascia la storia aperta. L'unico rammarico, ma quella cioccolata? [SM=g1807572]
OFFLINE
Post: 731
Città: PRATO
Età: 53
Sesso: Maschile
18/03/2009 16:47

cavlo..ora che ci penso hai ragione...lasciata a sè stessa....
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