IL FOCOLARE

Poesie

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    dr.oste
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    Città: VENEZIA
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    00 14/05/2009 13:49
    ci sono poesie che leggiamo e ci colpiscono.....oggi girovagando per la rete mi sono imbattuto in questa, non la conoscevo....la trovo splendida...


    Un dono

    Prendi un sorriso,
    regalalo a chi non l'ha mai avuto.

    Prendi un raggio di sole,
    fallo volare là dove regna la notte.

    Scopri una sorgente,
    fa bagnare chi vive nel fango.

    Prendi una lacrima,
    posala sul volto di chi non ha pianto.

    Prendi il coraggio,
    mettilo nell'animo di chi non sa lottare.

    Scopri la vita,
    raccontala a chi non sa capirla.

    Prendi la speranza,
    e vivi nella sua luce.

    Prendi la bontà,
    e donala a chi non sa donare.

    Scopri l'amore,
    e fallo conoscere al mondo.

    Mahtma Gandhi
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    kamo58
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    Sesso: Femminile
    00 14/05/2009 14:48
    Non la conoscevo neanche io è bellissima.
    [SM=g1854731]
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    kamo58
    Post: 1.074
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    00 18/05/2009 19:22
    le farfalle
    Le farfalle
    ballano
    velocemente
    un
    ballo
    rosso
    arancione
    verde
    azzurro
    bianco
    granata
    giallo
    bianco
    violetto
    nell’aria
    nei fiori
    nel nulla,
    sempre volanti,
    consecutive e remote.

    Pablo Neruda
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    kamo58
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    00 20/05/2009 20:05
    L'amicizia
    La Tartaruga aveva chiesto a Giove:
    Vojo una casa piccola,
    in maniera che c'entri solo quarche amica vera,
    che sia sincera e me ne dia le prove.
    Te lo prometto e basta la parola:
    rispose Giove
    ma sarai costretta a vive in una casa così stretta che c'entrerai tu sola.

    Trilussa
    [Modificato da kamo58 20/05/2009 20:06]
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    kamo58
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    00 25/05/2009 18:15
    ....
    Noi leggiavamo un giorno per diletto
    di Lancialotto come amor lo strinse;
    soli eravamo e sanza alcun sospetto.
    Per più fiate li occhi ci sospinse
    quella lettura, e scolorocci il viso;
    ma solo un punto fu quel che ci vinse.
    Quando leggemmo il disiato riso
    esser basciato da cotanto amante,
    questi, che mai da me non fia diviso,
    la bocca mi basciò tutto tremante.
    Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse:
    quel giorno più non vi leggemmo avante».
    ...

    La devo mettere la firma?


    (Dante Aligheri V Canto, Inferno)
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    dr.oste
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    Età: 59
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    00 26/05/2009 09:15
    Questa l'ho portata all'esame di maturità....l'ho sempre amata moltissimo.......

    Meriggiare pallido e assorto
    presso un rovente muro d'orto,
    ascoltare tra i pruni e gli sterpi
    schiocchi di merli, frusci di serpi.

    Nelle crepe dei suolo o su la veccia
    spiar le file di rosse formiche
    ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano
    a sommo di minuscole biche.

    Osservare tra frondi il palpitare
    lontano di scaglie di mare
    mentre si levano tremuli scricchi
    di cicale dai calvi picchi.

    E andando nel sole che abbaglia
    sentire con triste meraviglia
    com'è tutta la vita e il suo travaglio
    in questo seguitare una muraglia
    che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.

    Eugenio Montale
    [Modificato da dr.oste 26/05/2009 09:16]
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    kamo58
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    00 26/05/2009 12:01
    Bella, bella, bellissima! L'ho studiata a memoria anch'io.
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    kamo58
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    00 28/05/2009 19:54
    Stella

    Stella, mia unica stella,
    Nella povertà della notte, sola,
    Per me, solo rifulgi,
    Nella mia solitudine rifulgi;
    Ma, per me, stella
    Che mai non finirai d'illuminare,
    Un tempo ti è concesso troppo breve,
    Mi elargisci una luce
    Che la disperazione in me
    Non fa che acuire.

    Giuseppe Ungaretti
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    dr.oste
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    00 29/05/2009 09:25
    SULL'AMICIZIA

    E un adolescente disse: Parlaci dell'Amicizia.
    E lui rispose dicendo:
    Il vostro amico è il vostro bisogno saziato.
    E' il campo che seminate con amore e mietete con riconoscenza.
    E' la vostra mensa e il vostro focolare.
    Poiché, affamati, vi rifugiate in lui e lo ricercate per la vostra pace.

    Quando l'amico vi confida il suo pensiero, non negategli la vostra approvazione, né abbiate paura di contraddirlo.
    E quando tace, il vostro cuore non smetta di ascoltare il suo cuore:
    Nell'amicizia ogni pensiero, ogni desiderio, ogni attesa nasce in silenzio e viene condiviso con inesprimibile gioia.
    Quando vi separate dall'amico non rattristatevi:
    La sua assenza può chiarirvi ciò che in lui più amate, come allo scalatore la montagna è più chiara della pianura.
    E non vi sia nell'amicizia altro scopo che l'approfondimento dello spirito.
    Poiché l'amore che non cerca in tutti i modi lo schiudersi del proprio mistero non è amore, ma una rete lanciata in avanti e che afferra solo ciò che è vano.

    E il meglio di voi sia per l'amico vostro.
    Se lui dovrà conoscere il riflusso della vostra marea, fate che ne conosca anche la piena.
    Quale amico è il vostro, per cercarlo nelle ore di morte?
    Cercatelo sempre nelle ore di vita.
    Poiché lui può colmare ogni vostro bisogno, ma non il vostro vuoto.
    E condividete i piaceri sorridendo nella dolcezza dell'amicizia.
    Poiché nella rugiada delle piccole cose il cuore ritrova il suo mattino e si ristora.

    Kalhil Gibran - Il profeta
    [Modificato da dr.oste 29/05/2009 09:26]
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    dr.oste
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    Età: 59
    Sesso: Maschile
    00 04/06/2009 19:12
    Non è la mia preferita.....ieri mio figlio me l'ha recita a memoria....ricordo quando l'ho imparata anche io.

    La nebbia agli irti colli
    Piovigginando sale,
    E sotto il maestrale
    Urla e biancheggia il mar;

    Ma per le vie del borgo
    Dal ribollir de’ tini
    Va l’aspro odor de i vini
    L’anime a rallegrar.

    Gira su’ ceppi accesi
    Lo spiedo scoppiettando:
    Sta il cacciator fischiando
    Su l’uscio a rimirar

    Tra le rossastre nubi
    Stormi d’uccelli neri,
    Com’ esuli pensieri,
    Nel vespero migrar.

    Giosuè Carducci - San Martino
    [Modificato da dr.oste 04/06/2009 19:13]
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    kamo58
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    00 06/06/2009 22:44
    Senza titolo
    da Con il Vento

    Prima poesia

    Una foglia di platano
    cade silente
    e si posa
    sulla sua ombra
    a mezzogiorno in autunno.
    --------------------------------

    Seconda poesia

    Di niente
    ho la stessa certezza
    che la notte finisca
    e anche il giorno.

    Abbas Kiarostami
    [Modificato da kamo58 06/06/2009 22:46]
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    kamo58
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    00 13/06/2009 14:59
    Gelsomino nottuno

    E s'aprono i fiori notturni,
    nell'ora che penso a' miei cari.
    Sono apparse in mezzo ai viburni
    le farfalle crepuscolari.
    Da un pezzo si tacquero i gridi:
    là sola una casa bisbiglia.
    Sotto l'ali dormono i nidi,
    come gli occhi sotto le ciglia.
    Dai calici aperti si esala
    l'odore di fragole rosse.
    Splende un lume là nella sala.
    Nasce l'erba sopra le fosse.
    Un'ape tardiva sussurra
    trovando già prese le celle.
    La Chioccetta per l'aia azzurra
    va col suo pigolio di stelle.
    Per tutta la notte s'esala
    l'odore che passa col vento.
    Passa il lume su per la scala;
    brilla al primo piano: s'è spento . . .
    È l'alba: si chiudono i petali
    un poco gualciti; si cova,
    dentro l'urna molle e segreta,
    non so che felicità nuova.

    Giovanni Pascoli
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    kamo58
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    00 31/08/2009 21:48
    La pioggia nel pineto

    Taci. Su le soglie
    del bosco non odo
    parole che dici
    umane; ma odo
    parole più nuove
    che parlano gocciole e foglie
    lontane.
    Ascolta. Piove
    dalle nuvole sparse.
    Piove su le tamerici
    salmastre ed arse,
    piove su i pini
    scagliosi ed irti,
    piove su i mirti
    divini,
    su le ginestre fulgenti
    di fiori accolti,
    su i ginepri folti
    di coccole aulenti,
    piove su i nostri volti
    silvani,
    piove su le nostre mani
    ignude,
    su i nostri vestimenti
    leggieri,
    su i freschi pensieri
    che l'anima schiude
    novella,
    su la favola bella
    che ieri
    t'illuse, che oggi m'illude,
    o Ermione.

    Odi? La pioggia cade
    su la solitaria
    verdura
    con un crepitío che dura
    e varia nell'aria
    secondo le fronde
    più rade, men rade.
    Ascolta. Risponde
    al pianto il canto
    delle cicale
    che il pianto australe
    non impaura,
    nè il ciel cinerino.
    E il pino
    ha un suono, e il mirto
    altro suono, e il ginepro
    altro ancóra, stromenti
    diversi
    sotto innumerevoli dita.
    E immersi
    noi siam nello spirto
    silvestre,
    d'arborea vita viventi;
    e il tuo volto ebro
    è molle di pioggia
    come una foglia,
    e le tue chiome
    auliscono come
    le chiare ginestre,
    o creatura terrestre
    che hai nome
    Ermione.

    Ascolta, ascolta. L'accordo
    delle aeree cicale
    a poco a poco
    più sordo
    si fa sotto il pianto
    che cresce;
    ma un canto vi si mesce
    più roco
    che di laggiù sale,
    dall'umida ombra remota.
    Più sordo e più fioco
    s'allenta, si spegne.
    Sola una nota
    ancor trema, si spegne,
    risorge, trema, si spegne.
    Non s'ode voce del mare.
    Or s'ode su tutta la fronda
    crosciare
    l'argentea pioggia
    che monda,
    il croscio che varia
    secondo la fronda
    più folta, men folta.
    Ascolta.
    La figlia dell'aria
    è muta; ma la figlia
    del limo lontana,
    la rana,
    canta nell'ombra più fonda,
    chi sa dove, chi sa dove!
    E piove su le tue ciglia,
    Ermione.

    Piove su le tue ciglia nere
    sìche par tu pianga
    ma di piacere; non bianca
    ma quasi fatta virente,
    par da scorza tu esca.
    E tutta la vita è in noi fresca
    aulente,
    il cuor nel petto è come pesca
    intatta,
    tra le pàlpebre gli occhi
    son come polle tra l'erbe,
    i denti negli alvèoli
    con come mandorle acerbe.
    E andiam di fratta in fratta,
    or congiunti or disciolti
    (e il verde vigor rude
    ci allaccia i mallèoli
    c'intrica i ginocchi)
    chi sa dove, chi sa dove!
    E piove su i nostri vólti
    silvani,
    piove su le nostre mani
    ignude,
    su i nostri vestimenti
    leggieri,
    su i freschi pensieri
    che l'anima schiude
    novella,
    su la favola bella
    che ieri
    m'illuse, che oggi t'illude,
    o Ermione.

    G. D'Annunzio

    M'è venuta in mente, perchè invoco pioggia da giorni e la siccità è grande.

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    kamo58
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    00 05/11/2009 17:00
    Lentamente muore

    Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
    ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia,
    chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
    chi non parla a chi non conosce.

    Muore lentamente chi evita una passione,
    chi preferisce il nero su bianco
    e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
    proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che
    fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore
    davanti all'errore e ai sentimenti.

    Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
    chi e' infelice sul lavoro,
    chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,
    chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
    consigli sensati.

    Lentamente muore chi non viaggia,
    chi non legge,
    chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.

    Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia
    aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o
    della pioggia incessante.

    Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
    chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non
    risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

    Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere
    vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto
    di respirare.

    Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una
    splendida felicita'.

    Pablo Neruda
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    kamo58
    Post: 1.074
    Sesso: Femminile
    00 11/12/2009 20:30
    Sui figli
    E una donna che reggeva un bambino al seno disse:
    Parlaci dei Figli.

    E lui disse:
    I vostri figli non sono figli vostri.
    Sono figli e figlie della sete che la vita ha di sè stessa.
    Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi,
    E benché vivano con voi non vi appartengono.

    Potete donare loro amore ma non i vostri pensieri:
    Essi hanno i loro pensieri.
    Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime:
    Esse abitano la casa del domani,
    Che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.
    Potete tentare di essere simili a loro,
    Ma non farvi simili a voi:
    La vita procede e non s'attarda sul passato.

    Voi site gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccate in avanti.
    L'arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito,
    E vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.
    Affidatevi con gioia alla mano dell'arciere;
    Poiché come ama il volo della freccia così ama la fermezza dell'arco.

    Kahlil Gibran
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    kamo58
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    00 28/12/2009 15:06
    Giuseppe Gioacchino Belli

    Er giorno der giudizzio




    Quattro angioloni cole trombe in bocca
    se metteranno uno pe cantone
    a sonà: poi co tanto de vocione
    cominceranno a dí: ” Fora a chi tocca”.

    Allora vierà su una filastrocca
    de schertri da la terra a pecorone,
    pe ripijà figura de perzone,
    come purcini attorno de la biocca.

    E sta biocca saà Dio benedetto,
    che ne farà du’ parte, bianca e nera:
    una pe annà in cantina, una sur tetto.

    All’urtimo uscirà ‘na sonajera
    d’angioli, e, come si s’annassi a letto
    smorzeranno li lumi, e bona sera.


    Traduzione:
    Quattro grandi angeli
    con le trombe in bocca
    si sistemeranno ai quattro angoli
    a suonare: poi con voce grossa
    cominceranno a dire: "Avanti a chi tocca"
    Allora risorgerà una fila di scheletri
    a pecorone uscendo alla terra
    per riprendere forma di persona
    come i pulcini attorno alla chioccia.
    Questa chiocchia sarà Dio Benedetto,
    che li dividerà in due parti, bianca e nera.
    Una per andare all'inferno e l'altra in Paradiso (cantina e tetto)
    All'ultimo uscirà un coro d'angeli,
    e come se si andasse a letto
    spegneranno e luci e buonasera.
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    dr.oste
    Post: 1.140
    Città: VENEZIA
    Età: 59
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    00 26/01/2010 19:35
    "PARIS AT NIGHT"

    Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte
    Il primo per vederti tutto il viso
    Il secondo per vederti gli occhi
    L'ultimo per vedere la tua bocca
    E tutto il buio per ricordarmi queste cose
    Mentre ti stringo fra le braccia

    (Jacques Prevert)

    Dedicata a Anna [SM=g1807576]
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    kamo58
    Post: 1.074
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    00 27/01/2010 14:08
    Il superstite

    Since then, at an uncertain hour,
    Dopo di allora, ad ora incerta,
    Quella pena ritorna,
    E se non trova chi lo ascolti
    Gli brucia in petto il cuore.
    Rivede i visi dei suoi compagni
    Lividi nella prima luce,
    Grigi di polvere di cemento,
    Indistinti per nebbia,
    Tinti di morte nei sonni inquieti:
    Sotto la mora greve dei sogni
    Masticando una rapa che non c'è.
    "Indietro, via di qui, gente sommersa,
    Andate. Non ho soppiantato nessuno,
    Non ho usurpato il pane di nessuno,
    Nessuno è morto in vece mia. Nessuno.
    Ritornate alla vostra nebbia.
    Non è colpa mia se vivo e respiro
    E mangio e bevo e dormo e vesto panni".

    Primo Levi