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Invictus

Ultimo Aggiornamento: 18/03/2010 09:24
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17/03/2010 11:46




Sconfitto l'apartheid, Nelson Mandela, capo carismatico della lotta contro le leggi razziali, diventa presidente del Sudafrica grazie alle libere elezioni. Anche il mondo dello sport viene coinvolto dall'evento: il Sudafrica si vede assegnato il mondiale di Rugby del 1995 e sulla scena internazionale ritornano gli Springboks, la nazionale sudafricana dagli anni '80 bandita dai campi di tutto il mondo a causa dell'apartheid. Il rugby, infatti, è sempre stato lo sport più seguito dagli Afrikaner e ai cittadini sudafricani di colore veniva riservato negli stadi un misero settore, di solito occupato per tifare la squadra avversaria. In occasione della cerimonia di apertura del campionato mondiale, l'ingresso in campo del presidente Mandela che indossa la maglia di jersey degli Springboks segna un passo decisivo nel cammino verso la pace tra bianchi e neri. A collaborare con lui a questo progetto di integrazione e pacificazione attraverso lo sport, Francois Pienaar, il capitano della nazionale Sudafricana.

Clint Eastwood non si smentisce, neanche in quest'ultimo film. I suoi film sono capolavori.
Mitizza la figura di Mandela, un grandissimo statista. Uomo che ha trascorso quasi 30 anni in prigione e ha avuto modo di riflettere e comprendere i problemi del suo paese. Sale al potere quando il Sud Africa è sull'orlo della guerra civile e riesce attraverso lo sport, una delle poche cose in comune tra bianchi e neri, ad evitare la catastrofe del paese, anzi, spronando la squadra a raggiungere i vertici della classifica, mette il Sud Africa sotto i riflettori e fa ripartire un'economia distrutta.
Il film coinvolge molto emotivamente, Morgan Freeman è un Mandela perfetto. Ci si ritrova a tifare per la squadra di rugby pur non sapendo nulla dello sport o del paese.
Interessante anche la trasformazione interiore del capitano della squadra, interpretato da Matt Damon, il quale nato in una famiglia bianca benestante, detesta i neri e il nuovo cambiamento. Dopo l'incontro con Mandela tutte le sue certezze crolleranno e sarà il primo ad appoggiare il progetto del presidente.
Guardando il film, m'è venuto da fare una piccola considerazione: avremo mai un uomo così nel nostro Paese, lacerato ideologicamente? Per ora si soffia sul fuoco, ci vorrebbe un motivo che unisca tutti purtroppo ci hanno usurpato anche il colore della squadra di calcio...


La poesia dal quale il film prende il titolo è del poeta inglese William Ernest Henley. Versi dai quali Nelson Mandela riuscirà a prendere la sua forza in prigione e non impazzire.




Dal profondo della notte che mi avvolge
buia come il pozzo più profondo, da polo a polo,
ringrazio qualunque dio esista
per la mia anima indomabile.

Nella feroce morsa delle circostanze
non mi sono tirato indietro né ho gridato per l'angoscia.
Sotto i colpi d'ascia della sorte
il mio capo è sanguinante, ma indomito.

Oltre questo luogo di collera e lacrime
incombe solo l'Orrore delle ombre
ma la minaccia degli anni
mi trova, e mi troverà, senza paura.

Non importa quanto sia stretta la porta,
quanto piena di castighi la vita.
Io sono il padrone del mio destino:
io sono il capitano della mia anima.
[Modificato da kamo58 17/03/2010 12:30]
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Città: VENEZIA
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Sesso: Maschile
18/03/2010 09:24

Di questo film ho letto le recensioni e mi attrae tantissimo.....

Grazie Kamo per la recensione e per la bellissima poesia.... [SM=g1807576]
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